Disse la balena seduta nell’angolo della stanza:”caro mio la leggerezza d’acciaio nella pressione costruisce la pastosità del suono, cavalcare il vibrato è una contorsione nel giogo dell’acquarello con sfumature che si fanno via via sbiadite ma stabili”. Rispondo:”sono nei ricordi di un tempo sofferente quando la tastiera d’ebano rientrava costantemente nei miei sogni, la ribalta di una scena sono la modalità dell’esserci nel tempo, una serie di gesti rappresentativi per figurare una esistentività.” Dice la balena:” La coscienza è gettata nella terra grezza senza riscontro alcuno, alzando un leggero velo friabile di polvere vischiosa e rarefatta. Dentro ad i suoni i germogli creativi riverberano nella digitazione virtuosa aprendo il sogno del palcoscenico illuminato.
Il mito del suono perfetto che rompe la materia tra sogno e realtà, la cospirazione si estende come una macchia d’olio tra le coscienze confondendo gli animi lasciati soli nel buio della notte. Il disegno umano è formato da bolle di potere, da sempre il predominio è la chiave della strutturazione delle cose. Gli enti sono tali e concreti perché sono voluti, la volontà è il sentimento che permea il predatore nel bene e nel male. Le circostanze della vita rendono l’esserci come casualità accettandone la schiavitù nel processo di vita e morte.