CAP.2

Qualche volta ncontro mio padre morto ormai da tempo, discreto nel suo apparire, come forse non è mai riuscito in vita, e in quell’attimo sento tutto il sentimento rimasto celato nell’armatura dell’esistenza. In questi frangenti notturni anche i rumori interni risultano in sintonia col mondo di mezzo o i mondi di mezzo, è difficile stabilire se l’uno in realtà non celi la moltitudine. Le cellule di notte danzano una danza antica che spiazza la comprensione entrando in scenari oltre le mura, nella vertigine possibile. Seguo il respirare per calmare le acque dell’agitazione perché nell’apertura all’ignoto si presenta contigua la morte.

CAP.1

Un sole leggermente pallido appare nell’angolo alto della finestra socchiusa, oggi i pensieri ristagnano come sostanza collosa nell’aria tra gli spostamenti pigri di un non sapere cosa fare. Forse uscire lungo la via può avviare il processo della vita, rispecchiando nelle vetrine il senso dell’esistere nel proprio aspetto umano, richiamando nel ricordo la forma dei pensieri nella loro cronologia così la costruzione del mondo addiziona la sua coerenza. Ascoltando i frammenti dei discorsi si partecipa all’eccitazione dei fatti nella cronaca nera della città, persone scomparse presenti nelle menti comuni il tempo di un caffè per poi dileguarsi nel successivo richiamo. Quante persone per ogni fatto restano avvinghiate alla vicenda mentre tutto intorno scorre come una apparente insignificanza, ragazzi che giocano con parole forti gridate per sovrastare il vuoto dove eternamente si cade senza assoluzione da parte di un Dio mutacico il quale lascia che l’umano sia un divoratore di se stesso. La cronaca nera cattura i momenti dandoli senza la catena dei sentimenti delle persone collegate che per lungo tempo saranno avvinghiate nella vicenda senza via d’uscita. Evocazioni per immagini della possibilità in cui una storia si mostri nell’inconscio collettivo.

Cortesia

A volte sono solo piccole cortesie lasciate con delicatezza senza una malizia particolare o un fine qualunque, un modo di stare nella vicinanza con garbo e rispetto per la presenza. In questo fiume dalla voce grossa in cui il nostro lavoro è sempre costeggiato, un po’ di cortesia lascia il dolce sapore di essere importante per un momento fugace nel ciclo degli eventi. Oggi piango tutti quelli che stanno soffrendo per un cambiamento che non sopraggiunge e restano intrappolati nella rete delle attribuzioni che li rende invisibili al mondo e con il tempo a se stessi.

Volatili

Trovare le parole per dire una frase che accarezza e rasserena chi sta di fronte è una azione di sradicamento dalla carne al sentimento, un dono con cui si nutre l’atro con una parte di se. È un giorno buono per non essere tristi quando l’animazione del mondo è rivolta altrove e non bada alle tue cose, te ne poi stare tranquillo gustandoti il te, pensando alla piacevolezza di stare dimenticato in un angolo guardando oltre la finestra i volatili che si spingono su i rami del tuo paesaggio.

Mi ritrovo in una stretta via camminando con affanno verso un qualsiasi posto da cui mi sfugge il nome, forse un luogo divertente, ma dall’oscurità del percorso non sopraggiunge nessuna sensazione piacevole. I bordi delle via sono oscurati dalla nebbia grigia e umida del mattino ancora senza sole, dal fondo emerge attutito un vociare confuso di suoni articolati come una base ritmica. Vorrei continuare a camminare ma lentamente sprofondo nell’asfalto forse fresco del giorno prima, in sostanza tutto si sta complicando e muoversi è quasi doloroso. Ostinatamente una voce chiede spiegazioni al perché le cose devono essere sempre così angoscianti ma istantaneamente il risveglio si palesa con una lenta ricognizione sul chi o cosa si è.

Anche oggi la barriera dell’ inflessibile è flessa nel racconto quotidiano che utilizza i mezzi in direzione ostinata verso gli scopi individuali e collettivi. Una sovrastruttura alla semplicità dell’impossibile in questa terra dove la volontà si trasforma continuamente per rimanere viva nella mortalità. Restando fermo guardo gli oggetti che definiscono il senso dell’inquietudine per lo strattonare del tempo verso un qualche cosa da fare, per cui mi fisso sul contorno in ombra di una cosa qualunque per rallentare la corsa e sorrido leggermente riportando il pensiero al respiro. L’aria entra l’aria esce senza resistenza passando attraverso all’insignificanza della volontà.

Sto

Accompagnati dal sole luminoso ma freddo dell’inverno si torna ogni volta a passi già percorsi per riprendere discorsi sfumati dalla memoria. La città racchiude le folate di vento conservando una stabilità nel cambiamento rendendolo consuetudine, in questo modo la volontà resta socchiusa in una violenza domata. Il sacro rimane confinato nei luoghi di culto staccandosi dal flusso delle cose del giorno per trasformarsi in magia e festa mentre genuflessi si rende grazia al Dio che più ci aggrada. Nel ritornare predispongo la posizione seduta con schiena eretta per stare dove da sempre sto.

Passione

La fantasia illumina gli occhi mentre sbirciano oltre le striature della luce filtrante tra le persiane antiche da sempre presenti nel luogo dove la biforcazione dell’età adulta spegne ogni velleità di rinascita. Solo un cenno del capo mentre fuori un vento gelido spazza la paura dai corpi intirizziti dal mesto vivere per vivere. Un cenno per richiamare il respiro al proprio compito nell’antro privato in cui il sogno può spaziare in altri mondi e conoscere altre creature nella vastità dello spazio tra le ciglia socchiuse. Lasciarsi andare nella compassione per ritrovarsi ogni tanto avvolto nel sentimento della passione.

Presente

Non necessariamente è necessario vivere nel presente quando i rumori si fanno fastidiosi come le parole urlate e gettate in abbondanza a pioggia indiscriminata. C’è una realtà che sopravvive nella confusione e si abitua che le azioni siano contraddittorie, in questo tipo di presente non è possibile trovare la pace o serenità del momento. Con un salto oltre il flusso discorsivo si può trovare una prateria silente dove le cose diventano inconsistenti perdendo la gradazione valoriate ed in questo stare nel destino del silenzio in pace. Non voglio rispondere ad i richiami quindi rimanendo dissociato accanto alle cose che accadono mi lascio trasportare verso un altro giorno.

Anime placide

Gli oggetti disposti in serie lungo una trave che attraversa il prima ed il dopo di una vita spesa nella ricerca dell’intesa perfetta con uno sguardo complice. La storia è il sentimento che regge come il filo della collana di perle tutte le sensazioni nello sfioramento di due esseri che si cercano all’infinito. Il senso del ricordare i momenti che formano l’intensità che si evidenzia dallo sfondo, in una tonalità che diventa l’unica intimità particolare in mezzo a milioni di altre. Questo mio essere che si dilegua affrancato dalla singolarità che non può negarsi all’ amore unico nella distesa delle anime placide.