Penso che l’uomo conosca già tutto, dall’inizio alla fine, il proprio giogo ma la dimenticanza rende la fattualità più drammaticamente romantica. Nulla è sparso come cenere invano nella mortalità che non ritorna alla propria casa, il cielo stellato ci fa ombra nelle ore in cui ritroviamo con i nostri antenati per abbracciarci e toccare la terra che sostiene le nostre intenzioni. I nostri giorni sono anche i giorni di tutti gli altri che non vediamo o sentiamo ma ci sono per sostenere l’arabesco che fluttua e connette il senso delle cose da dire. C’è il sole oggi che spinge il freddo all’angolo e lascia che le cose si espandano nei colori migliori, sono queste le chicche dell’inverno quando pone pause al rigore per lasciare che la carne ritrovi il sapore dell’amato.
Penso che
Pubblicato da Mattioni Marchetti Terrablu
modalità di scrittura improvvisata cercando di seguire il flusso del pensare con l'istantaneità dello scrivere. Vedi tutti gli articoli di Mattioni Marchetti Terrablu