Nel gioco degli eterni c’è la tristezza per noi di non riuscire a scorgere oltre i nostri rimpianti, ma nel luogo dove non riusciamo a vedere ci sono tutti i sorrisi che ci hanno accompagnato e ci accompagneranno per sempre. A questo penso mentre mi ritrovo a varcare la soglia di un’altro spazio non ancora trovato, il senso d’inquietudine è una vibrazione nello stomaco continua, come una lacerazione lenta nella carne. La debolezza del corpo si esprime nella semplice impossibilità di poter superare le barriere poste davanti agli occhi in ogni parte che si guarda.
Il passaggio
Il passaggio dal presente ad un ricordo può essere un artifizio per non vacillare sulla strada senza fondo che sorregge solo convinzioni come nuvole di sogni, l’idea del nulla o qualcosa rimane l’eterno dubbio del camminante mentre si appresta ad entrare nel proprio personale oblio del morire. Contando i buffi peluche che sostano nelle case per ridare un sorriso all’incedere delle mostruosità che le persone riescono a pensare, può esserci una speranza che una moltitudine di sorrisi possa restituire senso alla comunità. Sono tante le illusioni che albergano nei costrutti ideologici, strutture barocche costruite per meravigliare le folle quando il lavoro è pagato male o niente ci si appresta all’estrema povertà.
Al di fuori
Al di fuori dell’alone che la vista di volta in volta rende visibile c’è l’ignoto, il quale a tratti si insinua nella campo della visione come una sensazione di estrema estraneità terrorizzando la percezione. Come cavalcare le onde in un oceano non di acqua ma di creature ancora mai viste, è un salto oltre la punta del naso come barra o bussola nel mondo al di qua verso la terra dell’al di la. La malattia rende fragile la sottile concatenazione della sensazione nullificando sulla propria strada significati e valori come carta pesta bruciata nel falò di fine anno.
Come sempre
Come sempre, se sempre fosse un termine adeguato a indicare una eternità, che di fatto questo termine diventa un luogo comune, quasi individuale, nella convinzione che altri siano nella stessa situazione di comprendere. Così da certezze si passa a convinzioni le quali offrono un appoggio malfermo, ed in certi casi portano a sprofondare nella palude delle cose dimenticate. Ci si appella alla verità, ma stranamente quando là si evoca si confonde nel vociare all’uniscono di un popolo addestrato.
Ci sono momenti
Ci sono momenti in cui l’assoluto si presenta umile e riservato, solo per un attimo per sfiorati la guancia e lasciare che il proprio profumo ti avvolga, è così che l’amore agisce senza fronzoli quando al sorriso non resta altro da aggiungere. La pratica meditativa è una cultura entrata con forza dentro le maglie del capitalismo occidentale, e quando due giganti si scontrano ne nasce un ibrido, cioè un essere mutaforma, ma esattamente come questa forma sia, è difficile da definire. Di fatto ci sono meditativi con senso spiccato della proprietà privata e con una indole a divorare bistecche di carne, ma anche il Cristianesimo è stato flesso è aggiustato nel percorso delle varie ideologie.
Si conclude il giorno
Si conclude il giorno ripetendosi nell’ambito degli oggetti che riesce a rischiarare, ci sono grandi e piccole migrazioni, le grandi raccontate dai romanzieri e le piccole dai poeti. Micro migrazioni da una cosa all’altra dove le perturbazioni emotive si allarmano incidendo nella memoria crepe evocative. Per ognuno la terra sconosciuta è una caratteristica isolata dalle comprensioni altrui, le infinite terre di mezzo che creano altrettanto vuoto infinito. Per finire si spranga una porta sopra ad una frontiera dividendo la realtà in dentro e fuori, poi con lentezza si va a dormire oppure si spicca il volo.
Cincischiando
Cincischiando nella tratta quotidiana mentre rimetto in fila il gusto degli oggetti, sparsi lungo la fila delle mattonelle impolverate, la schiena si contrae scontrosa come un vecchio bonobo contrariato mentre dorme sopra all’albero preferito. Il movimento non è lineare; da un punto verso un altro punto in linea retta, ma risulta uno sciabordio in cui avanti e indietro, passato e futuro si confondono, rimestando la memoria nel vortice dell’alba in cui le sagome sembrano fantasmi. Ritorno o vado avanti nelle incombenze perché anche oggi c’è un lavoro da fare, anche oggi fuori ci sono i mostri da domare.
Nella giornata
Nella giornata di oggi le balene si sono spiaggiate, riversando sul popolo il monito del presagio apocalittico, una breve cerimonia campestre ha segnato l’episodio per poi sparire negli archivi famelici della volontà del tempo. Gli episodi della Terra si susseguono come un rotolo che si disfa e poi si ricompone, raramente avviene uno scarto nella coscienza delle spettatore in grado di produrre un cambiamento. La forma bulimica della visione ha trasformato il mondo in un cartone animato inconsistente di sentimenti pregnanti legati alle viscere del vivere, stornando la gravosità della responsabilità abbiamo reso ridicolo lo spirito degli enti.
La rabbia
La rabbia esce srotolandosi tutto intorno senza ritegno, chiazzando in colori tragici i contorni cechi degli oggetti. A volte solo un urlo spiana la strada alla riconciliazione mentre nella notte del sentimento si riaccendono le sensazioni. Una alterità sconosciuta si spreme come uva in un distillato raro per ritrovarsi alla fine della notte con nuovi propositi, una guerra combattuta nell’intimità di cui non si può farne a meno, sulla spinta dell’inconscio le pedine si muovono proiettate dalla forza gravitazionale della volontà collettiva. In ogni notte c’è la propria fine, e da sempre i mie occhi vorrebbero chiudersi nella luce del giorno.
Il dolore
Il dolore si insinua ad una certa età e non se ne va più via, gli arti per muoversi devono fare i conti quotidianamente con questo ospite, e nella lista devo aggiungere il fischio continuo all’orecchio destro per completare il quadro. Se da giovane corpo l’attenzione è stata catalizzata dall’esterno, ora per guidare la percezione sulle cose bisogna superare il frastuono interno. È come avere a che fare con una folla inferocita in cerca d’attenzioni, una specie di rivoluzione d’ottobre in cui alla fine dominerà su tutti il male più brutto. Nel guardare dentro le cose di tutti i giorni sembra sottile la variazione del tempo, un leggera spolverata di polvere come farina sul pane prima dell’infornata. Ma a volte per motivi imperscrutabili la sensazione del passare piomba a peso morto come un macino stordendo all’improvviso ogni certezza. Si rimane basiti e attoniti fermi in uno spazio dilatato ad ammirare lo spettacolo dell’eternità che per poco si presenta nel fermo immagine tra battito e battito in assenza del respiro. Poi un batter d’ali sopra le tegole di casa rimettono in moto la ruota del mondo, è un piccione senza nome il viaggiatore solitario.