Se il nulla è qualcosa

Alla fine, per le persone conta l’intimità, cioè tutti quei momenti vissuti tra i gesti per occuparsi di sé stessi. Frammenti di vita in sospensione temporale: “quando anche il dialogo interiore diventa riservato”. Il resto spesso è interpretazione di un gruppo o di un luogo: in pratica, le circostanze sovrastano l’individuazione. Non vorrei uscire dal bozzolo che con fatica ricostruisco, dalla notte al mattino: appunto perché ne ho abbastanza di chiacchiere e doveri dimostrativi. Raccontare una mia storia è, dopotutto, raccontare la storia. Tutti, nell’intimità, ci avviciniamo a quell’essere mortale che più ci appartiene.

Da principio riprendo il filo tra parole discordanti per orientare una certa direzione. Ci sono cose abbandonate più in là, disadorne da ogni velleità di piacere, come questa acqua che scende dal cielo interrottamente e si perde sulle tante cose senza nome. Una chiamata da oltre la coltre dei soliti schiamazzi distoglie l’attenzione dalle catene dei comportamenti ripetitivi. Sembra una grande fabbrica il paesaggio sotto le nubi grigiastre. E uomini afflitti, prigionieri da essenze sconosciute, che mai palesano il loro senso identitario. Forse non c’è nulla tra oppresso e opprimente, ma solo un gioco delle parti dello stesso. Mentre lo scroscio continua a imperversare tra tetti e strade sdrucciolevoli.

Una richiesta suscita sempre un’inquietudine nella calma piatta del pomeriggio. Si risponde con movimenti lenti, avvicinandosi al centro della questione. Nell’imbarazzo dell’indolenza che permea l’aria e le intenzioni, sarà solo una domanda a cui rispondere senza troppo ardore o partecipazione. In fondo, oltre la porta, si agitano venti di guerra e gli esseri umani tornano a guardarsi torvi. Il tempo del nichilismo impone uno sforzo per superare se stessi, a favore di un pensiero rinnovato nel modo di porsi nel mondo. Un salto che ancora stenta ad arrivare.

In molti provano a guardare l’esistenza come una fatalità che può essere cambiata e non subita. Il mondo delle possibilità è saldamente in mano a chi possiede le maggiori porzioni di ricchezza e, per interesse, aborriscono il cambiamento. È possibile, però, andare in senso contrario, non accettando i prodotti di cui il capitale si nutre? Fluttuare tra l’oggettistica senza desiderio o smania di possesso, come un viandante curioso che si accontenta del necessario quando serve. I passi sulla neve rimangono fino a dove la vista può arrivare nel voltarsi indietro, ma poi svaniscono sia dalla vista che dal ricordo, nella nullità del tempo che da sempre ostacola il pensiero.

“Se il nulla è qualcosa”, tutto lo sfondo delle possibili contorsioni delle parvenze emergerebbe nella libertà caotica. Anche l’essere umano, in una certa misura, diventerebbe un caso accidentale, capace di mutare il corso delle proprie prerogative se lo desidera. L’idea diventa o ritorna il perno attorno a cui costruire il mondo.

Ho letto da qualche parte che da soli non si può stare; da sempre si cerca compagnia. Effettivamente, sembra una verità, anche se a volte essa viene infranta dalla litigiosità, rendendo questa affermazione non del tutto assoluta. Non so! Lascio che questi “pensieri in parole” circolino senza guida dentro e intorno a me, come cavalli imbizzarriti che, in fuga, non hanno ancora scelto la loro direzione.

Se si allontanano troppo, perdo il significato che stavo per afferrare, lasciandomi con un senso di vuoto, che poco dopo viene riempito da altre parole; parole che, legandosi, danno vita a figure. È così che va questo momento, mentre aspetto un’ora per salire sul carro delle cose da fare.

Ho appena lasciato i sogni nel nulla che in realtà è qualcosa, poiché, anche se non ricordo, il turbamento permane come una cicatrice nel mio umore. Con respiri profondi, provo a ritrovarmi nell’unicità dell’esserci.

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