Niente di nuovo significa che tutto è cambiato nell’orizzonte di una occhiata. Si ripetono le ritualità per ormeggiare in una deriva nota ma è solo un palliativo per uomini e donne persi. I pensieri sono una miscellanea tra segni grammaticali, immagini, essenze tattili e odorifere, in una varianza che lascia alla fine ardua una collocazione di senso. Mi aspetto sempre qualcosa di più che morda la tranquillità e impedisca di stare per stare e basta. Vado nella terra che conosco per sentire un po’ di fratellanza e sorellanza, ma mi perdo nella landa insieme ad altri animali maltrattati nel contesto della perdita.
Il filo che unisce la filosofia al mortale è il senso del presente nella mancanza del passato e dalla assenza dal futuro. In questo gioco si sostanzia la nullità del nulla in cui si crede di cadere quando si smette di pensare. La natura ci offre i propri doni se colti per il significato che la natura dà a se stessa e non per altro. I confini che i discorsi ripetuti e moltiplicati nelle menti costruiscono le guerre che interrottamente ci affliggono senza uno scopo di apparente giustizia. Forse che la verità enunciata non è mai la verità della verità.
Finalizzare un racconto all’interno dell’ intenzionalità è una impresa ardua per chi non è nemmeno dentro alla propria narrazione personale. Lo scorrere delle scene sono bizzarre e a volte mischiate ad i sogni. Raccontare una storia per citarle tutte in questa tavolozza che è anche la scena davanti agli occhi, orecchie, naso, pelle. Un evento ribolle per poi evaporare sopra ogni altro schiudendo ad uno nuovo. Così che intere generazioni scorrono o evaporano nel mare calmo delle illusioni. La guarigione dalla realtà è una lenta consapevolezza che le cose alla fine non sono e sono concrete come il ricordare ed il dimenticare mentre si passeggia nel parco.
La significanza è una spessa coltre con cui si riveste le cose che vengono alla mano tutti i giorni. Una vecchia abitudine che spalmata di mastice copre le possibili perdite di una gomma da bicicletta antica. Sono giorni intonati al rosso del cielo in alternanza al blu scuro del temporale. Sbuffi solenni da oltre il cortile a cui lo sguardò può solo immaginare l’accadere. In questo modo la realtà diventa fantasia e racconta la radura da riempire con sogni e varietà acrobatiche. La magia dei suoni pensati segnano il pentagramma nella melodia del racconto.
La contemplazione lenta dei lineamenti o dei bordi che distanziano le nominazioni è una forma meditativa sulla realtà. Un addestramento ad allargare il campo di oscillazione del significato fino a perderlo nell’ insignificanza. In noi vige un costruttore rigido che per muoversi nell’incertezza rende sicuro ogni terreno anche se non è così. Per cui nel dialogo interno si apre la contraddizione tra lo spavaldo ed il pauroso che rende il camminare umano incerto e frammentario. A sera la fatica si inchina alle stelle ed ad i sogni lasciando andare il dominio sulle descrizioni. Poi la notte incontra il proprio doppio nel riflesso dello specchio.
Incerto cerco di intravedere tra le storte curve della vecchiaia un’ombra scura in cui riconosco l’antico nemico. Ormai il cercare a tutti i costi il cambiamento negli altri mi ha stancato fino al punto di dissolvermi nell’ inconsistenza. Rimangono alcune frasi piantate come arpioni a mantenere stabilità nel passo. Alcune vite resteranno più impresse di altre per poi scivolare nell’incoerenza dell’esistere veramente. Saluto con un sorriso chiunque mi passa davanti compreso gli animali e a volte le nuvole, perché mi sono da sempre sembrate creature vive. A volte vorrei vedermi come sono visto per sorridere pure a me.