Quando si deteriora la politica il sapere educativo segue la stessa parabola e di questi tempi la pedagogia non gode di buona salute, fagocitata nelle spire dell’istruzione e dell’addestramento. Il pensiero o il saper pensare conta poco rispetto alla massa degli ubbidienti che rispondono ad i comandi delle cose che ora padroneggiano il mondo, la cosità che trasforma la relazione in una transazione ed un affetto in una merce di scambio. Per alcuni niente di nuovo era stata prevista dai filosofi questa china discendente dell’ umano: da dei a mortali ed infine a cose, in questa Terra desolata la livella ha desertificato il pensiero rendendolo una funzione per cui prigioniero di se stesso, non più in grado di andare oltre le colonne di Ercole e creare ogni volta nuovi mondi. Questo è il momento propizio per riportare il pensiero in cima alle priorità dell’educare politico, infatti è nella crisi che si sprigiona la forza creativa come propulsore di idee, battere le strade della memoria per riportare in luce le virtù e vizi già presenti nei fotogrammi trascorsi e elaborali per l’uomo e donna di oggi. Nel bagno dell’informazione è difficile capire se ci si trova con la testa sotto o con la testa fuori mentre si naviga tra i concetti e le allusioni a scenari futuri, un po’ storditi si rimane nella corrente perché andarci contro è estenuante. Una pausa per una bibita ghiacciata al parco del quartiere e ci trovi un festa delle associazioni che mostrano il loro volersi bene ed il darsi da fare per gli altri, ma è proprio così? Guardando bene i vestiti poco appigliati al colpo d’occhio d’insieme sembra una divisa e gli sguardi non sembrano condividere con passione fino in fondo la sfortuna altrui, quella di essere semplicemente nati da qualche altra parte. Sento la paranoia che sale ed è meglio andare verso quelle ombre oscure che governano le sensazioni, rabbia, vendetta, umiliazione, e lasciare sullo sfondo il rumore molesto di chi pensando solo a se non si accorge delle povertà calpestate, a questi confido nelle parole della poetessa: Eternità e morte insieme mi minacciano, nessuna delle due conosco, nessuna delle due conoscerò.(Patrizia Cavalli). Dico a tutti che entrambe accarezzeranno buoni e cattivi sulla via che porta alla smemoratezza delle molte volte che abbiamo rivissuto e delle molte volte che abbiamo ignorato ciò che non può essere ignorato. Anche nelle beghe da condominio dove emeriti sconosciuti che vivono a fianco da anni si prefigurano venti di vendetta per assurdità di poco conto, anche per loro la carezza del nulla può arrivare improvvisa e lasciare il segno nella propria insignificanza. Il voler contare di più, il voler essere più di un altro, questo volere che come un mantra corrode ogni tipo di cooperazione e alla fine resta sempre la caducità che si porta via la memoria ed gli ultimi passi si fanno nel completo limbo della non curanza.