La cronaca

La cronaca spinge su corridoi collaudati in una sottolineatura della narrazione in cui il flusso sia il più possibile contingente, è come una sagra di paese la circolazione dell’informazione continentale, da una parte fa supporre la vastità del territorio e dall’altra lo spettegolare intimo della vicinanza. In sostanza il mondo è una area sconosciuta fino a quando non ti sorprende nell’evento inatteso, oltre il buio ci sono molti altri occhi che guardano il buio, l’inconscio è solo un modo per descrivere l’ignoranza. I corpi a zonzo nei centri commerciali cercano una intimità mediata e una dose d’attenzione che per un momento renda giustizia all’esistere, la mortalità racchiude la speranza in un sogno effimero, fugace, come un vento già passato. Anche questo maggio sta per chiudersi ed oggi è quasi freddo nello scuotimento del temporale che brontolando emerge dalle profondità per dire la sua ad un mondo che tira dritto senza altra possibilità che essere spettatore degli attimi che riesce a cogliere. I fatti sono piccoli fuscelli accostati e legati secondo un umore ed in questo modo si possono costruire racconti, come una camminata sulla spiaggia mentre in un altro verso una battaglia sconvolge una città, non c’è un tutto che lega il senso, ma è il disordine il collante dell’attenzione che in qualche modo ci tiene vigili alla realtà. Ritornare continuamente a se per dare un seguito alla memoria dei fatti che si svolgono intorno, le auto che sfrecciano, la moneta che cade, il richiamo di una madre, il semaforo che lampeggia; tutto si muove oltre il limite minimo verso un massimo del mio stesso camminare, mentre lo sforzo del mettere insieme si concretizza in pensieri in apparenza fluidi come lo scorrere di un nastro. Dentro al parrucchiere con la porta aperta escono le voci che rievocano gli avvenimenti del quartiere, alcuni luoghi topici sovrappongono significati ad i fatti, per instradarli nel flusso del raconto che la gente poi riconosce come appartenenza. La storia del mondo quotidiano che sopravvive sulle consuetudini di prossimità, un indizio che porta ad un altro, poi ad un altro, e via fino alla rassicurante situazione della familiarità. In lontananza altri quartieri costruiscono la quotidiana presenza in una espansione progressiva fino al limite in cui si ritorna nel punto da cui si è partiti, in questo mese la novità sono gli estremi della meteorologia oscillante tra inverno ed estate come un bipolare che rifiuta ogni terapia stabilizzante.

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