Rimestare le immagini dei ricordi è come creare nuove conformazioni in cui le sensazioni predominanti sono collocate nell’attualità, è un gioco di invenzione in cui le immagini si deformano secondo il sentimento. Tornando verso casa ripenso alle cose lette e le parole si agitano nella confusione non trovando una collocazione, mi sembra di sentire il contorno concreto di una proposizione come un blocco che occupa spazio fisico e mi sfugge la differenza tra ciò che è e la sua descrizione. Mi confondo spesso in questi giorni in cui la temporalità mi sembra effimera come lo spazio che la contiene, naufrago dal mio stesso tempo per inoltrarmi nell’impersonale senza che muoia per essere altro. Saluto le poche ombre che ancora abitano il palazzo, prima di richiudere la porta dietro al cortile verso l’uscita e ancora la strada viene incontro con i suoni del risveglio, emersione quotidiana nelle incombenze frutto della consuetudine nella quale ci si sta come in un abitacolo forzato. Le discussioni echeggiano depositando polvere sul sofà per chi passando il dito nel tempo rende testimonianza dei fatti, sono illusioni le perenni questioni che sembrano sempre sul punto di essere risolte, concubine del trascorrere dei giorni finalizzati ad uno scopo. Pressante il bisogno di un valore da dare alle cose per sentirsene parte come se il semplice stare nel destino non bastasse mai, infuria sempre nel mortale quella smania di protagonismo come se realmente avesse una voce interlocutoria con Dio.
Con Dio
Pubblicato da Mattioni Marchetti Terrablu
modalità di scrittura improvvisata cercando di seguire il flusso del pensare con l'istantaneità dello scrivere. Vedi tutti gli articoli di Mattioni Marchetti Terrablu