1929

Nella notte si fondono le luci artificiali in arabeschi sfumati dai sogni appisolati oltre la linea delle case, si cammina dondolando per attenuare i rumori nell’oscurità infilando le vie come viaggi astrali. Ci si aggira annusando la solitudine della notte mentre i pensieri rinascono nella forma della libertà. Si può incontrare qualche altra anima solitaria scambiando un cenno, un accordo in cui ci si riconosce la complicità, in questa aria si può tornare nella strada del 1929 in cui la foschia del carbone è a pieno servizio della macchina militare per cui i discorsi sono limitati dalle purghe punitive dei regimi. Il clima nel passeggiare è clandestino dentro gli antri in ombra dalle luci del giorno, sono da solo in questa notte, fuggiasco dal clima tetro degli oppressi o dall’oppressione della gravità che solca la crosta terrestre come un maglio.

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