Da soli o per mano attraversando il passaggio pedonale tra un prima sotto gli alberi dell’alba ed un poi tra il cemento che oscura il tramonto, passeggio nei discorsi sospesi tra una bocca ed un’altra cercando di stare là dove lo spazio vuoto resta impenetrabile al senso del comune dire. Di certo il vociare oscura le trame del giorno rendendo incomprensibile il destino che sbarra innanzi inequivocabile nella sua semplicità e forse per questo non visto. Esprimo un sorriso al corriere che porta messaggi anche se infausti per una peculiare forma di cortesia che è doverosa se si vuole perseguire una forma di bene, tolti gli occhiali si giunge nel posto dove la nebbia avvolge i contorni e si insinua il sapore della poesia in versi trascinati nelle vocali e sdrucciolati sulle consonanti. Finalmente un po’ di riposo nella saggezza inconsapevole dei poeti ridanciani per il tempo loro proprio fatto di disgrazie e drammi popolari, mi sento dire da dietro: dove vai così conciato senza nessuna remora per i passanti, sei scandalo nella cocciutaggine di credere al destino, rispondo che all’eterno non vanno prese le misure ma solo un sorriso lieve come una piuma che cade o vola a secondo delle prospettiva.
Da soli
Pubblicato da Mattioni Marchetti Terrablu
modalità di scrittura improvvisata cercando di seguire il flusso del pensare con l'istantaneità dello scrivere. Vedi tutti gli articoli di Mattioni Marchetti Terrablu