Cercare rifugio nel respiro è la mia pratica quotidiana, mi mantiene in questo mondo per finire il lavoro. Ma di fatto mi sento già da un’altra parte, dove la disgregazione dei significati forma una crisalide di luce. Aspetto con apprensione che anche il corpo perda il senso per disperdersi un po’ dove gli pare. “Come stai “? Chiedo a chi di fronte cerca di celarsi in un avviluppamento corporale riuscendo a rimpicciolire la propria stazza, il respiro se ne va restando solo l’essenziale. Risponde:”non so, mi hanno detto di venire, ma io…”, bene siamo al solito balletto, pantomima da umani per coprire chissà quali segreti. In realtà siamo solo degli idioti che nel tempo della scrittura siamo riusciti a diventare sempre più ignoranti, fino alla dimenticanza di ciò che siamo. Forse nel primo scritto in assoluto c’è la nostra verità, ma di certo ne lo scritto ne la verità è più individuabile nella montagna di parole che negli anni si sono sedimentate nei reperti nascosti dalla natura. Tornando al mio ospite gli dico:”respira, lascia che le tue braccia scelgano liberamente dove stare, è tratta la sedia come un trono dove le tue gambe possano riposare, non servono parole per accogliere il proprio dolore ed averne cura”. Risponde lasciando l’ufficio:”forse un giorno ritornerò”. Mi rimetto a studiare parole per cercare quel segreto che alla fine mi faccia smettere: smettere di costruire discorsi, smettere con le parole, smettere con le proposizioni, chiudere il libro per aprire il vento. Rimango solo chiuso nel quadrato di spazio per cui vengo riconosciuto, oltre il quale l’identità sì sbiadisce in molte altre possibilità che ancora ignoro. Il sudore colato via negli anni mi restituisce un dolore sordo, vorrei reclamare un premio ma la fiera ha spento le luci nella sera prima del buio. Sento attutito il rombo del motore, la fabbrica continua a macinare calore e rabbia per far sopravvivere un impianto che aspira all’eternità, da capo il camion dell’ immondizia ripassa nei vicoli ma non riesce mai a completare l’opera, dietro qualcuno butta via sempre la propria vita per dispetto.