Stranezze provinciali si trasmettono oralmente con piccoli accenni nei luoghi d’ingorgo abituali, ritualità che si ripetono nel quotidiano rinsaldando il patto tra umani che nel tempo sembra scivolare in direzione ignota. Forse una guerra o l’ennesima carestia o l’annunciazione della fine dei Tempi, sono echi tragici che tengono la vita nel suo valore a monito per non scordarsi del dono di gustare della natura. Nel vano sotto il filare delle case popolari i gioghi sono cambiati in rabbia espressa con cattiveria, fare del male non è più una opzione distante ma ha preso il posto della riflessione, si misura lo spazio con la capacità dell’occupazione in un crescendo di torti che stratificano il detonatore del male.