Il silenzio o meglio lo stare in presenza mentale come dicono i buddhisti è già una relazione accogliente in cui non si chiede performanti richieste e non si danno consigli, ma stare in compassione con la sofferenza è un modo per lenire il dolore. Nei colloqui ridurre al minimo lo sforzo per la costruzione dei discorsi, permette la sintonizzazione sul sentire lo stato di attivazione del sistema nervoso in modo da cogliere le emozioni che si agitano in quel momento, contrastando con la calma il disagio.