Tornando a casa

Tornando verso casa dopo la visita alla fiera del paese si incontrano comari a spasso con il cane, sgambettano intorno come se l’essere indaffarati non lascia tregua nelle lente giornate della vecchiaia. Un cenno di saluto al riparo dal raggio di luce invadente nel primo tempo prima della calura estiva. Un ricordo sovviene tra l’incespicare dell’approccio cortese e il tempo fermato nell’immagine del passato, solo un attimo e come rugiada sgorga la commozione anziana dello struggimento nostalgico della casa originaria, e con imbarazzo il saluto si orna di lacrime spregiudicate. Il cigolio della porta di casa riporta l’attenzione sul presente come se il tempo esistesse, solo un attimo di imbarazzo verso le cose attorno depositate, orme sagomate nello spazio per richiamare la vista al concreto della realtà. È solo uno dei tanti giorni che scorrono ridefinendo i ricordi, verso la colazione in piedi come sempre in modo da non dubitate del risveglio. La finestra sulla strada è un occhio vigile che rimanda ad altrove, paesaggio nella radura arsa dal potere della conquista, il desiderio che mai si quieta per sua natura annega nel latte di soia nel momento in cui tutto tace.

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