Mi ritrovo in una stretta via camminando con affanno verso un qualsiasi posto da cui mi sfugge il nome, forse un luogo divertente, ma dall’oscurità del percorso non sopraggiunge nessuna sensazione piacevole. I bordi delle via sono oscurati dalla nebbia grigia e umida del mattino ancora senza sole, dal fondo emerge attutito un vociare confuso di suoni articolati come una base ritmica. Vorrei continuare a camminare ma lentamente sprofondo nell’asfalto forse fresco del giorno prima, in sostanza tutto si sta complicando e muoversi è quasi doloroso. Ostinatamente una voce chiede spiegazioni al perché le cose devono essere sempre così angoscianti ma istantaneamente il risveglio si palesa con una lenta ricognizione sul chi o cosa si è.

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