Le descrizioni aprono la scena teatrale con spunti magici di colorata follia distesi nella culla del sonno le immagini scorrono con lentezza nel quasi senza tempo del divenire. Inspirando sorrido espirando calmo, praticando la presenza mentale. Giorno qualunque nella schiera finita dei passaggi tra l’alba e il tramonto scrutando nei volti i possibili sorrisi per sentirmi a casa nella terra desolata del nulla. Una prospettiva è la festa richiamata dal fondo dell’abisso, per emergere nella scena con i lustrini del ricordo, assaporando il dolce cibo per bambini.