Guardo una zucca vuota esposta nella vetrina dove passo in coda ogni giorno, una luce, un rispecchiamento e lo stampo rimane nella mente, qualche secondo per poi scivolare via verso l’oblio parziale nell’affastellamento di ogni cosa. Il ripetersi nella memoria di paesaggi comuni in cui il linguaggio intreccia i significati per poi proiettarli sull’orlo estremo della mente in quel caotico rimuginino che è la natura del tempo. Sono sempre in bilico nell’ oscillazione umorale fatta di credenze popolari e superficialità urbana, mi sento vittima di una morsa di luoghi comuni disseminati in ogni dove con abbondanza che restarne fuori è una impresa ardua.
Zucca vuota
Pubblicato da Mattioni Marchetti Terrablu
modalità di scrittura improvvisata cercando di seguire il flusso del pensare con l'istantaneità dello scrivere. Vedi tutti gli articoli di Mattioni Marchetti Terrablu