La mia ora è scritta nella luce al neon intermittente tra scaricatori di porto e puttane nel venerdì di pazzia generale in cui i giovani si schiantano nel buio della notte.”
Rimango pensoso cercando di vedere quel scenario di giovani suicidi, nel passato il divertimento estremo, e angosciante se non tentato nell’estremizzazione delle azioni pericolose. Solo il rischio dell’annientamento di sé o l’altro passava nel giogo del divertimento. Posso chiedere:”Ma cosa rimane di quello che fu un tempo il significato di tutte le cose, le molteplici combinazioni degli oggetti in uso, con la carismatica potenza dell’attrazione verso il possesso.” L’anima femminile con gentilezza scruta dentro le mie parole, con aria trasognata rievoca suoni dal passato:” il nulla ha adombrato le cose, rendendole insignificanti, cioè che appare è il contorno o bordo degli eventi, uno sfavillio di informazioni che persistono lungo una linea di luce che ci collega o lega tutti all’apparire così come siamo nel niente che sovrasta”.