In una giornata come tante in un mattino come tanti la fine del mondo è arrivata, senza scalpore o fragore come preannunciato da Giovanni nell’apocalisse. Probabile che già i segni erano passati inevasi dall’attenzione collettiva. Ma ora cosa resta da fare se non c’è più nulla? Mi rigiro in quel che fu un letto e sogno la sostanza per concretizzare un ente su cui agganciare la percezione, il nulla intorno infinito rende ogni volontà inerte, solo il ricordo richiama costrutti con cui riesco a muovermi. Già la nostalgia mi afferra nelle viscere in questa tela vuota dove nessuno sa scoccare la prima pennellata. Un bar con luci soffuse ora sarebbe apprezzabile, nella sconsideratezza di perdere tutto il tempo del mondo davanti ad un tè verde con aroma piccante.
La pausa1
Pubblicato da Mattioni Marchetti Terrablu
modalità di scrittura improvvisata cercando di seguire il flusso del pensare con l'istantaneità dello scrivere. Vedi tutti gli articoli di Mattioni Marchetti Terrablu