Probabilmente i giovani sono diventati categoria a se per via della definizione dei loro consumi, se vogliamo che le persone non siano stigmatizzate dobbiamo cambiare il modello dei consumi. Senza entrare per forza nel discorso critico sul capitalismo, cioè il maggior profitto possibile su i prodotti messi a disposizione. Sicuramente in una politica di salvaguardia della salute dei giovani, che interviene sulla qualità, quantità, e appropriatezza delle merce sul mercato indica il valore culturale che vuole segnare ad una generazione. Non credo che sia illiberale togliere la decisione alle multinazionali di cosa sia di bisogno o meno alle giovani generazioni, considerando anche la contiguità del mercato lecito con quello illecito.

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